Morbo di Crohn e Psoriasi: i miei compagni di viaggio
- Aurora Pettenati
- Mar 25, 2021
- 5 min read
Poco dopo la mia diagnosi ed aver iniziato una terapia con un farmaco biologico contenente il principio attivo dell'adalimumab (anticorpo monoclonale) che mi ha aiutato ad arrivare alla mia remissione, ecco però comparire sulla mia pelle quella che diventerà poi uno degli ostacoli più grandi da superare: la psoriasi.
Vi siete mai chiesti cosa possa scaturire realmente un disturbo? Molto spesso le problematiche che ci affliggono possono essere collegate fra loro, oppure dipendere da fattori genetici, dallo stile di vita, dalle abitudini alimentari o dall'assunzione di farmaci. Per questo è importante capire da dove derivi realmente il problema e quale sia l'origine, per poter agire nel modo più efficace possibile.
Il mio sesto senso mi ha sempre guidato verso un'unica certezza: la mia psoriasi era dovuta al farmaco che stavo assumendo e non alla genetica o al Morbo di Crohn come mi era stato detto con fermezza fin dall'inizio (perché teoricamente la terapia che stavo facendo doveva contrastare questa problematica).
Il farmaco aveva fino ad oggi contribuito a spegnere la mia infiammazione e portarmi alla remissione, ma sapete cos'è l'effetto del paradosso? In medicina si intende la condizione in cui un farmaco preposto alla cura di una determinata malattia, anziché curarla, può scatenarla e io sfortunatamente rientravo in quei pochi casi (infatti l'adalimumab è utilizzato anche per la cura della psoriasi).
Dopo aver visto la mia psoriasi fiorire e avanzare piano piano lungo il mio corpo, dalla pancia, alle cosce, fino ad arrivare alle caviglie, dovevo far capire ancora di più il mio disagio e la possibile correlazione con la terapia che stavo seguendo. Tutto ciò ha fatto sì che si prendesse seriamente in considerazione una cura alternativa, e dopo aver svolto tutti gli esami del caso e aver constatato che il mio intestino era in remissione, inizio a diminuire le dosi di medicinale finché, ad Ottobre 2020, arrivo a sospendere la cura e, di conseguenza, notare piano piano benefici sulla pelle. Il mio sesto senso non mi aveva mentito.
Però la paura di tornare ad avere dolori e che la mia situazione intestinale potesse aggravarsi era tanta e a questo punto, senza l'iniezione che mi copriva completamente dal Crohn, ho dovuto contare solo sulle mie forze e da tutta questa esperienza è nata l'esigenza di trovare metodi alternativi, che potessero aiutarmi, seppur 'scoperta' da ogni terapia, con il mio intestino e la mia pelle.
Ho iniziato perciò a seguire un'alimentazione mirata, utilizzare prodotti naturali, avvicinarmi alla medicina quantistica, praticare yoga, fare ricerca e sperimentare, arrivando a trovare grandi benefici e miglioramenti sia interiori che esteriori.
Morbo di Crohn: breve guida a questo sconosciuto
Chiamata anche malattia di Crohn (che mi piace di più), è un'infiammazione cronica che può colpire qualsiasi parte del tratto gastrointestinale, anche se nella maggior parte dei casi colpisce ileo e colon, caratterizzata da ulcere intestinali che, se non curate, possono portare a gravi complicanze. Le cause restano ancora sconosciute, anche se si pensa che una combinazione di fattori come predisposizione genetica, alterazioni della flora batterica intestinale, fattori ambientali e stile di vita possano portare all'infiammazione.
I sintomi possono essere dolori addominali, perdita di peso, dissenteria e dolori articolari, ma in una buona percentuale questa malattia può anche non dare sintomi e scoprirla solo per caso o manifestarli tutti insieme, come nel mio caso.
Le cure sono diverse: dai farmaci biologici a quelli steroidei, o contenenti mesalazina, oltre che, nelle peggiore delle situazioni, l'intervento chirurgico.
In questo caso l'alimentazione, come in un po' tutte le cose, credo sia alla base di tutto e giochi un ruolo chiave nel controllo dell'infiammazione. Nello scorso articolo accennavo a quanto sia fondamentale avere un intestino sano e soprattutto forte e all'importanza di saperlo 'nutrire' e proteggere nel migliore dei modi. Infatti solo attraverso un'alimentazione sana, bilanciata e soprattutto consapevole si può arrivare a creare un ambiente interno perfetto, che possa funzionare al massimo delle sue possibilità.
Psoriasi: lo scoglio che argina il mio mare
La Psoriasi (dal greco ψωρίασις - psōríasis, "condizione di prurito") è una malattia infiammatoria della pelle solitamente di carattere cronico, uno stato di instabilità della crescita dell'epidermide che porta alla formazione di placche di colore rosso, rivestite da squame biancastre che provocano prurito.
Le cause possono essere svariate: dai traumi, allo stress, ai farmaci, corticosteroidi, infezioni oltre a quelli genetici e ma si possono comunque avere periodi di remissione duratura e addirittura, talvolta, permanente. Anche in questo caso ciò di cui ci nutriamo, il nostro stile di vita, ansia e stress sono strettamente correlati al miglioramento o peggioramento di questo disturbo.
Molto spesso se alcuni nostri organi come intestino, fegato e reni non funzionano correttamente, possono portare a un accumulo di tossine nel corpo e questo, per eliminarle, ricorre alla pelle.
Tutto, o quasi, perciò viene da dentro, dal nostro stato psico-fisico, che se ben bilanciato può portare a grandi benefici sia interni, che esterni.
Non essendo una malattia 'invalidante' fisicamente, ovviamente l'aspetto più grave è quello psicologico, che crea molto spesso disagio e senso di inadeguatezza. In molti studi differenti, i pazienti con psoriasi riferiscono infatti sentimenti di imbarazzo e vergogna e mostrano alti livelli di rabbia rispetto alla popolazione generale (Conrad et al., 2008; Magin, Adams, Heading, Pond & Smith, 2009), questi sentimenti sono i più ricorrenti nelle persone che soffrono di patologie della pelle e il percorso di accettazione della propria condizione è lungo e delicato, e diverso per ciascuno di noi.
"Esiste un curioso paradosso: quando mi accetto così come sono, allora posso cambiare." (C. Rogers)
(I miei diamanti)
Ci troviamo spesso a dover combattere con il giudizio altrui e a dover dimostrare sempre e solo la nostra forza d'animo e mai le nostre insicurezze e debolezze e questo crea un'idea di noi stessi distorta, che ci porta a rifiutare quello che realmente siamo per paura di non piacere, di non essere all'altezza. L'accettazione parte da noi, dal nostro profondo, parte dal volersi bene, dal cercare sempre di migliorarci, non per gli altri, ma per il nostro benessere. L'accettazione parte dalla consapevolezza che solo noi possiamo migliorare la situazione e pensare che forse quello che ci sta capitando è solo un capitolo della nostra vita.
Imparare a mostrare e ad ammettere le proprie problematiche e debolezze, riuscire a parlarne serenamente senza pensare all'opinione altrui, è il primo grande passo verso il cambiamento di noi stessi. Essere gentili con sé stessi, trovare la propria routine, le proprie abitudini per stare meglio, allontanarsi da ciò che ci può irritare e rendere rabbiosi, per capire che quello che siamo è abbastanza per noi, essere fieri dei traguardi che raggiungiamo ogni giorno e arrivare a pensare un po' più al nostro bene, che è lontano dall'essere egoisti, ma è vicino all'essere felici.
Scegliere di circondarsi di persone positive in grado di guardarci un po' più in profondità, andando un po' oltre, un po' più in là.
Ed è questo quello che sto facendo ogni giorno, cercare di capirmi e accettarmi, senza giudizio, essere grata di quello che ho per poter portare queste macchie come se fossero diamanti sulla pelle.
Fonti:
S. Danese, la dieta antinfiammatoria per l'intestino, 2018 Giunti Editore S.p.a., Via Bolognese 165-501339 Firenze
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